Vangelo di Giovedì 15 Ottobre 2015

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Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 3,21-30.
Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti;
giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione:
tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,
ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù.
Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati,
nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.
Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.
Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge.
Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani!
Poiché non c’è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi.

Salmi 130(129),1-2.3-4b.4c-6.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
perciò avremò il tuo timore
e avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore,
l’anima mia spera nella sua parola.
L’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,47-54.
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.
Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno;
perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo,
dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario”. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti,
tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Vangelo di Mercoledì 14 Ottobre 2015

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Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 2,1-11.
Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose.
Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose.
Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?
O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?
Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio,
il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere:
la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità;
sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all’ingiustizia.
Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco;
gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco,
perché presso Dio non c’è parzialità.

Salmi 62(61),2-3.6-7.9.
Solo in Dio riposa l’anima mia;
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,

mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
Solo in Dio riposa l’anima mia,
da lui la mia speranza.

Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
Confida sempre in lui, o popolo, davanti a lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,42-46.
In quel tempo, Gesù disse: «Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l’amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

Vangelo di Martedì 13 Ottobre 2015

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Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1,16-25.
Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.
È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede.
In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia,
poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.
Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;
essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.
Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti
e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,
poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

Salmi 19(18),2-3.4-5.
I cieli narrano la gloria di Dio,
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,37-41.
In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno?
Piuttosto date in elemosina quel che c’è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo».

Vangelo di Lunedì 12 Ottobre 2015

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Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1,1-7.
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio,
che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture,
riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne,
costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.
Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell’apostolato per ottenere l’obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo nome;
e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo.
A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

Salmi 98(97),1.2-3ab.3cd-4.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,29-32.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c’è qui.
Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c’è qui».

Una cosa sola ti manca

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C’è una ricchezza che semina la morte dovunque primeggia: liberatevi da essa e sarete salvati! Purificate la vostra anima, rendetela povera per poter sentire la chiamata del Signore che vi dice nuovamente: « Vieni e seguimi! ». Egli è la via dove cammina chi ha il cuore puro: la grazia di Dio non entra in un’anima ingombra e divisa da una moltitudine di averi.

Chi considera la sua fortuna, il suo oro e il suo argento, le sua case come doni di Dio, testimonia a Dio la sua gratitudine aiutando i poveri con i suoi beni. Sa che possiede più per i suoi fratelli che per se stesso; rimane il padrone delle sue ricchezze senza diventare loro schiavo; non le rinchiude nella sua anima né da esse fa dipendere la sua vita, ma prosegue senza stancarsi un’opera tutta divina. E se un giorno la sua fortuna venisse a scomparire, accetta la sua rovina con un cuore libero. Dio dichiara beato un tale uomo, lo chiama « povero in spirito », erede sicuro del Regno dei cieli (Mt 5, 3)…

C’è invece chi conserva la sua ricchezza nel cuore, al posto dello Spirito Santo; chi tiene per sé denaro o proprietà, accumula senza fine la sua fortuna, si preoccupa soltanto di avere sempre di più; non alza mai gli occhi verso il cielo; è appesantito da ciò che è temporale, poiché è solo polvere e in polvere tornerà (Gen 3, 19). Come potrebbe provare il desiderio del Regno, colui che al posto del cuore porta un campo o una mina, e che verrà fatalmente sorpreso dalla morte in mezzo alle sue passioni sregolate? « Poiché dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore » (Mt 6, 21).

Vangelo di Domenica 11 Ottobre 2015

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Libro della Sapienza 7,7-11.
Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto;
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è un pò di sabbia e come fango sarà valutato di fronte ad essa l’argento.
L’amai più della salute e della bellezza, preferii il suo possesso alla stessa luce, perché non tramonta lo splendore che ne promana.
Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

Salmi 90(89),12-13.14-15.16-17.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.

Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni di afflizione, per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e la tua gloria ai loro figli.

Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rafforza.

Lettera agli Ebrei 4,12-13.
Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,17-30.
In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.
Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».
I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio!
E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?».
Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».
Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo,
che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.

Vangelo di Sabato 10 Ottobre 2015

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Libro di Gioele 4,12-21.
Cosi dice il Signore: “Si affrettino e salgano le genti alla valle di Giòsafat, poiché lì siederò per giudicare tutte le genti all’intorno.
Date mano alla falce, perchè la messe è matura; venite, pigiate, perchè il torchio è pieno e i tini traboccano… tanto grande è la loro malizia!”
Folle e folle nella Valle della decisione, poiché il giorno del Signore è vicino nella Valle della decisione.
Il sole e la luna si oscurano e le stelle perdono lo splendore.
Il Signore ruggisce da Sion e da Gerusalemme fa sentire la sua voce; tremano i cieli e la terra. Ma il Signore è un rifugio al suo popolo, una fortezza per gli Israeliti.
“Voi saprete che io sono il Signore vostro Dio che abito in Sion, mio monte santo e luogo santo sarà Gerusalemme; per essa non passeranno più gli stranieri.”
In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline; in tutti i ruscelli di Giuda scorreranno le acque. Una fonte zampillerà dalla casa del Signore e irrigherà la valle di Sittìm.
L’Egitto diventerà una desolazione e l’Idumea un brullo deserto per la violenza contro i figli di Giuda, per il sangue innocente sparso nel loro paese,
mentre Giuda sarà sempre abitato e Gerusalemme di generazione in generazione.
Vendicherò il loro sangue, non lo lascerò impunito e il Signore dimorerà in Sion.

Salmi 97(96),1-2.5-6.11-12.
Il Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.

Una luce si è levata per il giusto,
gioia per i retti di cuore.
Rallegratevi, giusti, nel Signore,
rendete grazie al suo santo nome.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,27-28.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio, e la osservano

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“Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte.” Grande è la pietà, grande è la fede che vengono espresse in queste parole dalla donna del vangelo. Mentre gli scribi e i farisei mettono il Signore alla prova e lo bestemmiano, davanti a tutti questa donna riconosce la sua incarnazione con tanta fedeltà, la confessa con tanta franchezza, da confondere la calunnia dei suoi contemporanei e la fede sbagliata dei futuri eretici. Offendendo le opere dello Spirito Santo, i contemporanei di Gesù negavano che fosse veramente Figlio di Dio, consustanziale al Padre. In seguito alcuni hanno negato anche che Maria sempre vergine avesse, per opera dello Spirito Santo, dato la sostanza della sua carne al Figlio di Dio che doveva nascere con un vero corpo umano; hanno negato che egli fosse veramente Figlio dell’uomo, della stessa natura di sua madre. L’apostolo Paolo smentisce tale opinione, dicendo di Gesù che è “nato da donna, nato sotto la legge” (Gal 4,4). Infatti, concepito nel seno della vergine, non ha preso la sua carne dal nulla, né da altro se non dal corpo di sua madre. Altrimenti non sarebbe esatto chiamarlo veramente Figlio dell’uomo…

Beata madre in verità che, secondo l’espressione del poeta, “ha dato alla luce il Re che regge il cielo e la terra per tutti i secoli. Lei conosce la gioia della maternità e l’onore della verginità. Prima di lei non si è vista simile donna, né si vedrà dopo di lei” (Sedulius). Eppure il Signore aggiunge: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”. Il Salvatore dà alla testimonianza di quella donna una conferma magnifica. Non soltanto dichiara beata colei alla quale è stato dato di partorire corporalmente il Verbo di Dio, ma beati anche quanti si applicano a concepire spiritualmente lo stesso Verbo nell’ascolto della fede, a partorirlo e a nutrirlo sia nel loro cuore che nel cuore di altri, tenendolo presente praticando il bene.

Vangelo di Venerdì 9 Ottobre 2015

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Libro di Gioele 1,13-15.2,1-2.
Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco, ministri del mio Dio, poiché priva d’offerta e libazione è la casa del vostro Dio.
Proclamate un digiuno, convocate un’assemblea, adunate gli anziani e tutti gli abitanti della regione nella casa del Signore vostro Dio, e gridate al Signore:
Ahimè, quel giorno! È infatti vicino il giorno del Signore e viene come uno sterminio dall’Onnipotente.
Suonate la tromba in Sion e date l’allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perchè viene il giorno del Signore, perchè è vicino,
giorno di tenebra e di caligine, giorno di nube e di oscurità. Come l’aurora, si spande sui monti un popolo grande e forte; come questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri di età in età.

Salmi 9(9A),2-3.6.16.8-9.
Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.

Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l’empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.

Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,15-26.
In quel tempo, dopo che Gesù ebbe sciaccato un demomio, alcuni dissero: «E’ in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra.
Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito.
Venuto, la trova spazzata e adorna.
Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell’uomo diventa peggiore della prima ».

Se io scaccio i demoni con i dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio

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Enoch è piaciuto a Dio, perciò è stato preso in cielo col corpo, prefigurando l’elevazione dei giusti. Anche Elia è stato rapito come era, nella sostanza della sua carne creata (2 Re 2,11), profetizzando così il rapimento degli uomini spirituali. Il loro corpo non ha fatto in nulla ostacolo a tale elevazione, a tale rapimento. Dalle stesse mani con le quali erano stati plasmati all’origine (Gen 2,7), sono stati elevati e rapiti. Infatti, in Adamo, le mani di Dio si erano abituate a dirigere, a tenere e a portare l’opera da esse plasmata, a trasportarla e a collocarla dove volevano. Dove dunque è stato collocato il primo uomo? Nel paradiso senza alcun dubbio, come dice la Scrittura: “Poi il Signore piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato” (v.8). E da quel luogo egli è stato scacciato in questo mondo, per aver disobbedito…

Qualcuno ritiene forse impossibile che degli uomini possano vivere tanto tempo quanto i primi patriarchi?… O crede forse che quando Elia è stato rapito nella sua carne, la sua carne è stata consumata sul carro di fuoco? Consideri che Giona, dopo esser stato precipitato nel profondo del mare e inghiottito nel ventre del pesce, è stato rigettato sano e salvo sull’asciutto per ordine di Dio (Gn 2,11). Anania, Misaele e Azaria, gettati nella fornace con il fuoco acceso sette volte più del solito, non hanno provato alcun male e neppure l’odore del fuoco era penetrato in loro (Dn 3,27). Se la mano di Dio li ha assistiti e ha adempiuto in loro cose straordinarie e impossibili alla natura umana, perché stupirti se anche in coloro che sono stati elevati questa stessa mano ha realizzato una cosa straordinaria, operando la volontà del Padre? Ora questa mano, è il Figlio di Dio (cfr. Dn 3,25).