Il bambino cattivo e la staccionata

C’era una volta un bambino che faceva tante cose cattive; questo bambino faceva arrabbiare tutti e a tutti arrecava dei gran dolori con misfatti e insulti.
Un giorno però il bambino cominciò a capire il male che stava facendo e ne provò dolore anch’egli, così decise di diventare “buono”.
Andò dal nonno e gli disse: “Nonno come posso fare per diventare più buono?”; e il nonno, saggia persona, gli rispose: “Vedi quella staccionata laggiù? Ogni volta che fai un’azione cattiva andrai presso quella staccionata e con un martello ci metterai un chiodo”, il bambino all’inizio fu un po’ sorpreso da questo consiglio, poi però fece come gli disse il nonno.
Nonostante le buone intenzioni del bambino, i chiodi nella staccionata furono molti! Ma cominciava a diminuire la frequenza con cui il bambino inchiodava, fino ad arrivare al giorno in cui il bambino non ne mise neppure uno!
Allora il bambino andò dal nonno e disse: “Nonno finalmente non faccio più cattive azioni, ma ancora non mi sento buono!”, e il nonno disse “Bene, ora vai alla staccionata e con questo cacciavite comincia a togliere tutti i chiodi che hai messo”; il bambino fece come gli disse il nonno.
Ci volle un po’ di tempo ma i chiodi furono tutti rimossi, il bambino tornò dal nonno e il nonno gli disse: “cosa noti?”, e il bambino “bè, ora al posto dei chiodi ci sono tanti buchi!” e il nonno “Ecco, quello è il male che hai causato, a volte non basta non fare cattive azioni per sentirci buoni, dovremmo cominciare a togliere i “chiodi” dalla nostra staccionata e vedere quanto profondi sono i “buchi lasciati”, a volte capita che il tempo otturi quei buchi, altre volte quei buchi sono talmente profondi che nemmeno il tempo riesce a chiudere, altre volte ancora lasciamo lì quei chiodi senza volerli rimuovere”.
La coscienza è come la staccionata in cui quel bambino poneva dei chiodi; a volte non vogliamo vederla ma è lì che aspetta che tu tolga quei chiodi e che ripari il male fatto; ma è molto più facile martellare un chiodo che toglierlo.

La preghiera dei figli di Dio

fotolia_59398012

Per essere feconda, la preghiera deve venire dal cuore e poter toccare il cuore di Dio. Vedi come Gesù ha insegnato a pregare ai suoi discepoli. Ogni volta che diciamo “Padre nostro”, Dio, ne sono sicura, rivolge lo sguardo sulle sue mani, proprio dove ci ha disegnati: “Ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (Is 49,16). Egli contempla le sue mani, e ci vede lì, accovacciati in loro. Che meraviglia, la tenerezza di Dio!

Preghiamo, diciamo il “Padre nostro”. Viviamolo e allora saremo santi. Lì c’è tutto: Dio, io, il prossimo. Se perdono, allora posso essere santo, posso pregare. Tutto viene da un cuore umile; se avremo tale cuore, sapremo come amare Dio, amare noi stessi e amare il nostro prossimo (Mt 22,37ss). Non c’è nulla di complicato in ciò, eppure noi complichiamo tanto la vita, gravandola di tanti sovrappesi; una sola cosa conta: essere umili e pregare. Quanto più pregherete, tanto meglio pregherete.

Un bambino non incontra nessuna difficoltà ad esprimere la sua intelligenza candida in termini semplici che dicono molto. Gesù non ha forse fatto capire a Nicodemo che occorre diventare come un bambino (Gv 3,3)? Se pregheremo secondo il Vangelo, permetteremo a Cristo di crescere in noi. Prega dunque con amore, come un bambino, con l’ardente desiderio di amare molto e di rendere amato colui che non lo è.

Vangelo di Martedì 24 Febbraio 2015

cropped-fotolia_62382677.jpg

Libro di Isaia 55,10-11.
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.»

Salmi 34(33),4-5.6-7.16-17.18-19.
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 6,7-15.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»